30.9.13

Spoiler Bad

L'idea era di iniziare la settimana con la recensione di Bling Ring, di Sofia Coppola. Ma al primo weekend un filo più piovoso, entri nel multisala, e ti chiedi come sia possibile che l'essere umano scelga, in modo tanto immediato, di creare il nemico naturale della coda alla biglietteria: la marmaglia. Sparsi ovunque, tranne che in fila, con condizioni climatiche avverse (leggi riscaldamento alto, troppo alto). Madri infuriate con figli che corrono. Madri infuriate con padri che non hanno preso nota dell'orario corretto dello spettacolo. Madri infuriate a prescindere.

Però, ehi, la settimana scorsa c'era il numero 0 di Orfani!! L'hai letto? Sì, certo, on line. E la copia cartacea? L'hai trovata? Occhio, però, è uscito il pilot di Agents of S.H.I.E.L.D. sarebbe pure il caso di farne due parole, non credi? Ah già, c'è pure il teaser di Avengers: Age of Ultron. Il film voglio dire. Non la mini della Marvel. Anche se il film è comunque Marvel. Lo è anche AoS, che è l'acronimo della serie tv Agents of S.H.I.E.L.D. Ma l'abbiamo già nominata poco fa. Allora sarà il caso di parlare del finale di Breaking Bad!! Dannazione, no che non è il caso!!

Voglio dire, ok l'intrattenimento, i tempi veloci della rete, ma uno mica riesce a vedere tutto e subito. E a commentarlo. O spoilerarlo. E no, non dovete spoilerare. Mai. Soprattutto Breaking Bad. Non si fa. Guardate che poi arriva Tuco.

Certo, c'è sempre la possibilità di sedersi al pc e lasciare che i dati fluiscano, in modalità Malcolm McDowell. Però, che diamine. Un attimo di respiro. E prendetevelo il tempo per godervi le cose.
Ah, ma alla fine sto Bling Ring, l'hai poi visto? Bello?

23.9.13

[RECE] - Rush

Non amo guardare lo sport. Mi è estraneo tanto il concetto di stare in divano a vedere una partenza di Formula 1, quanto il tifare con senso di appartenenza per i successi di un atleta.
Non fa per me. Non l'ha mai fatto.

Ma quando ti scopri a stringere forte i pugni durante una sfida tra due vecchie, seppure storiche e indubbiamente eccezionali, Ferrari e McLaren, allora capisci: Ron Howard ha fatto centro.

Due ore di film. Mai noiose.
Lauda ed Hunt raccontati bene. Benissimo. E recitati anche meglio. Se la rivalità dei protagonisti permea, giustamente, tutto la storia, regia e sceneggiatura non si abbandonano nemmeno per un istante. Viaggiano sicure per tutta la durata del film in modo meravigliosamente sapiente.

Perché due sono state le cose più belle del film:
- c'è spazio per tutto quello che condisce la vicenda, senza mai essere troppo stringati, nè mai dilungarsi più del necessario;
- i commenti in sala di chi, all'epoca, era grandicello a sufficienza per avere vissuto quei momenti. Ed i commenti erano quelli di chi ricorda, con piacere e quel non so che che definirò, per maggiore agilità, il 'gaso raro'.

C'è un raggio d'azione che, tra gli estremi del 'pilota-robot', come Lauda veniva soprannominato, e l'edonismo scellerato di Hunt, da margine allo spettatore per riconoscere sé stesso. E c'è la rivalità. E l'abilità non solo nel raccontarla, ma nel farla sentire al pubblico. Nel fargliela vivere.

Delle mille altre cose da dire, è piena la rete. Un giro veloce su YouTube, e vedrete quanto scrupolo è stato messo nella ricostruzione minuziosa del tutto. Documentatevi. Fatevi un'idea. Prima o dopo la visione del film. In entrambi i casi, ne varrà sicuramente la pena. Avrete (ri)scoperto la storia di una meravigliosa rivalità.

12.9.13

Il mio amico Buddy Baker

Venti anni fa.

Ero un pischelletto che solo una dozzina di mesi prima aveva (ri)cominciato ad immergersi nelle letture a fumetti e nel mondo dei supereroi.

Avevo trovato un Uomo Ragno avvolto da un costume nero, di cui non sapevo assolutamente nulla.
Vedevo per la prima volta Wolverine affrontare l'infezione/inseminazione della Covata, a fianco di un gruppo di mutanti noto come X-Men. Leggevo i Fantastici Quattro di Byrne.
Ma la DC? Superman e Batman, ovvio. Ma non li trovavo nelle edicole. Flash, lo avevo scoperto
qualche mese prima, con il serial in cui il papà di Dawson correva nei panni di Barry Allen, anche se il fumetto parlava di Wally West...e io non capivo il perché.
Insomma, scoprivo il cosmo Marvel e quello DC.

E poi lessi Animal Man.

Grant Morrison era un nome che suonava bene, per uno scrittore. Non sapevo sarebbe poi diventato uno dei miei preferiti. Il preferito.
Buddy Baker, l'eroe che assorbiva i poteri o, meglio, le abilità degli animali. Bel costume e impazzivo per quegli occhialoni. Sì, non sono occhiali, lo so. Ma per me erano dei meravigliosi occhialoni.
E poi arrivarono quelle tavole. Un topo antropomorfo assale Animal Man, nel secondo episodio della serie. Colpisce il braccio. Strappandoglielo. E lasciando a terra l'eroe, in una pozza di sangue.
Credo che mai prima di allora, e mai più successivamente, una sequenza in un albo abbia avuto su di me tanto impatto visivo ed emotivo.
Voglio dire, un personaggio fatto a pezzi? Ed in modo tanto brutale. Il senso che trasmise alla mia giovane immaginazione era quello della più totale irrimediabilità. E l'attesa del numero successivo fu davvero la più dura che possa ricordare. Volevo sapere cosa sarebbe successo.
Dovevo saperlo.
All'epoca non ero abituato agli espedienti narrativi che potevano salvare anche le più estreme situazioni.

Poi, certo, oggi è palese che la parte centrale della storica run di Morrison sia quel che è. Che 'Il Vangelo del Coyote' sia quello spettacolo di storia che tutti conosciamo. Che l'epilogo metafumettistico sia stato quella piccola grande perla di cui si è parlato in tanti svariati modi.

Ma, per me, questa tra le tante opere di Morrison, resta e resterà sempre il viaggio tutto speciale di un ragazzino che adorò alla follia personaggio e storia.