7.1.14

[RECE] - The Butler


Siedo in una sala, piena, in cui il più giovane ha abbondantemente superato i cinquanta.
Per una volta, ho acquistato i biglietti per un film sul quale ero piuttosto disinformato. Non ne avevo nemmeno visto il trailer. Ma il cast promette molto, già a partire anche dal solo nome di Forest Whitaker.

A termine spettacolo, mi dico che ci sono tre modi per approcciarsi alla visione di questa pellicola:
- il lato umano del protagonista e della sua famiglia;
- il lato storico;
- un mix di entrambi.

Indipendentemente da quello che sceglierete, o vi troverete ad adottare durante la visione, ci sarà sempre la poco piacevole sensazione di avere almeno un piede che oscilla sul fastidioso orlo della retorica, mentre si viene accompagnati in una abbondante ottantina di anni attraverso la storia statunitense.
Un male? Non necessariamente. Non sono andato al cinema aspettando di vedere un documentario e, quindi, non ho cercato la maniacale attenzione al dettaglio storico.

Il punto di partenza è un articolo. Scritto per il Washington Post, la penna è quella di Wil Haygood. La storia racconta di Eugene Allen - che nel film incontrerete con il nome di Cecil Gaines. Il motivo per cui il nome è stato cambiato? Ci sono molti punti di contatto tra le vicende dei due personaggi, ma non si tratta esattamente di una biografia puntuale della vita di Allen.
Prima o dopo aver visto The Butler, vi consiglio comunque di leggere l'articolo. Questo sì.

Avere una vaga idea di chi siano i vari Presidenti della Casa Bianca che, di volta in volta, appaiono con il passare degli anni, durante la vicenda, aiuta ad inquadrare meglio certi passaggi sociali e politici, ma non è un prerequisito necessario alla godibilità del film.

Il punto qual è, allora?
La storia del protagonista. Dell'umiltà e della forza con cui questo affronta la vita, del modo in cui forma la sua famiglia e la vede crescere, in un contesto che lo vedrò passare dalla brutalità di un campo di cotone all'essere testimone dell'elezione del primo Presidente nero nella storia degli States.

Un po' come fu per Forrest Gump, si corre attraverso gli anni e le vicende chiave di un popolo. Con poco su cui ridere e con evoluzioni e rivoluzioni del pensiero, raccontate con una valida gestione dei tempi.

Nota nerd:
in una scena in cui Cecil Gaines/Forest Whitaker guarda tra i ricordi del figlio maggiore, contenuti in una scatola, si intravede la cover del Black Panther di casa Marvel. Una piccola chicca considerato che il personaggio, creato nella seconda metà degli anni '60 da Stan Lee e Jack Kirby, è da considerarsi il primo vero eroe di colore e, chiaramente, un simbolo per un ragazzo che proprio in quegli anni fosse militante nel movimento socio politico delle Black Panther.
Se non sbaglio - che la cover si vede pure fuori fuoco, in quella scena - l'immagine è di quest'albo.

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